ARTISTA FABBRILE-FANTASIOSA
Patrizia Lottini, grossetana di nascita, da anni vive a Roccastrada in un piccolo casolare in Pian del Bichi, nel cuore della Maremma.
Dal 2005 la fotografia, il disegno e la scultura divengono il suo universo.
Alla ricerca di nuove forme, ispirandosi sempre alla natura che la circonda, crea sculture con ferraglia e rottami recuperati ed assemblati.
Nel 2007 allestisce la sua prima esposizione sui bastioni delle mura medicee, Ruggine e Seta, con la pro-loco di Grosseto, a cui ne segue una seconda nel 2009.
Nell’estate del 2009 e del 2010 partecipa alla rassegna d’arte e cultura Mostra… la Rocca patrocinata dalla Pro-loco di Roccatederighi.
Nel 2013 il Comune di Roma le organizza una vasta personale presso la Sala Santa Rita dal titolo La fattoria degli animali Meccanici curata da Norberto Vezzoli.
Nel 2014 partecipa alla collettiva Arte al tempo della crisi. Italia Grecia Spagna Portogallo alla Triennale di Milano.
Nel 2016 la Cantina Valdonica ospita la personale , curata da Norberto Vezzoli, intitolata Lampadattili dove viene presentata una “zoologia fantastica” realizzata esclusivamente con vecchie lampadine per illuminazione civile ed industriale.
Dal 2005 al 2013 collabora e realizza le scenografie teatrali per gli amici della compagnia di teatro amatoriale di Roccastrada Compagnia Instabile dei Dintorni.
Artista schiva e riservata, dall’eclettica fantasia, esprime, nell’universo delle sue sculture, un mondo a parte, in cui realtà e fantasia si fondono in forme diverse dotate di vita propria.
Le sue opere sono presenti in collezioni private in Italia, Canada, Francia, Germania, Svizzera.
Foto © Luigia Introini
METAMORFOSI
Quando più ci s’inoltra nel labirinto delle molte stanze, cortili e corridoi che compongono lo studio magazzino laboratorio (e quante più definizioni vi aggradano) dove Patrizia Lottini realizza le sue opere, la prima sensazione, meglio direi, emozione, è quella di trovarsi di fronte ad un bestiario in fase di elaborazione. Come se queste forme il cui inizio si colloca in una qualsiasi forma animale, abbiano pian piano imboccato la strada che porta ad una trasformazione surreale, ad una nuova forma capace di generare una vita “altra”: il mistero della Metamorfosi.
È un po’ difficile, meglio improprio, definire sculture le creazioni di Patrizia, sono piuttosto creature meccaniche evolutesi dagli animali (a volte fantastici…) cui fanno riferimento, grazie all’abilità della scultrice nel saper plasmare da una base metallica, arrugginita, ferrosa, priva di essenza autonoma, i più disparati attrezzi, oggetti del lavoro quotidiano, scarti di produzione e quant’altro d’informe o riconoscibile, per trarne un racconto visivo, animali da sogno. L’artista riesce ad offrire loro un’anima e la compiutezza di queste forme fa sì che la genialità della Lottini riesca ad infondere loro un soffio di vita, di vissuto, di oniricamente reale.
Molti ritengono che a volte una pennellata o una composizione pittorica abbiano la capacità di “far vivere” un quadro. Assolutamente vero. Ed è altrettanto vero che questo accada guardando i lavori di quest’artista, unica nel suo genere: datele una carretta di rottami o portatela in una discarica di ferrivecchi e lei saprà ricavarne forme d’arte, esseri meccanici, animali estinti o visionari che paiono animarsi, muoversi come mossi da una forza interiore: è semplicemente il cammino dell’arte…
Per entrare appieno nel percorso artistico, per decifrare intimamente che cosa muove e genera queste creazioni, per sapere e poter apprezzare nei dettagli il progetto scultoreo e la visione paradigmatica di questa artista, non è sufficiente ammirare le sue opere dei vari periodi e raggruppate in gran numero, dovrebbe essere obbligatorio nascondersi nel suo laboratorio.
Osservare Patrizia mentre le sue mani diventano per incanto martelli, pinze, tenaglie, molle, rondelle, estrattori e badili che con maestria assecondano la costruzione di un nuovo essere seguendo l’idea che la mente dell’artista sta elaborando. Ed è lì che in mezzo a fumi, saldatrici e mole, la Metamorfosi ha inizio.
È in questa fucina, una micro bolgia dove i rumori, i fumi e le scintille potrebbero raccontare più un inferno addomesticato che la culla per nuove creature, che prendono forma le sculture di questi animali tecno meccanici. Non hanno nulla dei materiali forti e ferrosi che le stanno creando ed ancor meno hanno sussunto dal tipo di duro lavoro manuale che serve a dar loro vita: sono creature fantastiche e con un’anima gentile! È vero sono impregnate di quel qualcosa d’indefinibile che si chiama arte ma pure paiono possedere un quid tranquillo, riposato, dolce, leggero come una brezza e birichino. Ci fanno sognare ed interrogarci sul mistero della creazione come un bozzolo palpitante, sorridente, che chiede solo di essere accettato alla vita…
Lampadattili, topofaggi, caimanserpenti, istrilepri, canleotteri, ragnogatti, formitassi, cinghiatordi, libellanatre, albatriglie, cammelvipere, gabbianconigli, antilopardi, leondrilli, una fauna zoomorfa che amabilmente convive nella creatività artistica e fantastica della scultrice, pronta a formare uno straordinario bestiario medioevale.